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Città di San Leo

1.000 €

Per una storia che valorizza il territorio, la storia e la cultura del Montefeltro

BRIEF

San Leo è una vera “città d’arte” ed è possibile raccontarla attraverso numerosi personaggi storici, politici come anche mediante personaggi comuni popolari tipici delle storie romagnole rurali.

Partendo dalle caratteristiche del territorio, si possono creare soggetti di fiction su qualsivoglia personaggio. Storie ambientate nel passato o storie più contemporanee, vicende ispirate a fatti concreti o frutto di fantasia.

Numerosi sono gli spunti da approfondire:

  • IL TERRITORIO. La salvaguardia dell’ambiente in questa terra e del paese è una priorità assoluta. E’ il 14 febbraio 2014 quando una porzione della rupe di San Leo cade a valle. Questo è solo uno dei tanti episodi di frane che interessano il territorio. 
  • Un altro importante tema inerente alla salvaguardia del territorio concerne la battaglia che da anni preme i cittadini di San Leo e le Associazioni Ambientalistiche contro la costruzione di discariche che creano danni insostenibili per la salute, ma anche le vecchie vittorie contro la costruzione di una diga che avrebbe cambiato il profilo della vallata.
  • Oggetto di interesse possono essere anche le storie che appartengono al Corpo Forestale dello Stato con l’obiettivo primario della tutela del territorio e degli animali selvatici che lo abitano. 
  • LA CAMPAGNA. Il vecchio mondo agricolo e il ritorno alla campagna di molti ragazzi. La voglia di trasferirsi dalla città, di ritrovare i sapori, di uscire dal rumore incessante della vita urbana per approdare in un borgo silenzioso e immerso nella natura, ricco di storia, arte e cultura. Le pratiche di chi mette al centro il territorio, valorizzando le produzioni locali, i prodotti a km zero e scegliendo di non entrare nella grande distribuzione. E una fattoria è sempre qualcosa di complesso da gestire…
  • I PRIGIONIERI. Nella fortezza di San Leo fu rinchiuso il Conte di Cagliostro, un alchimista molto famoso nell’età dei Lumi, che diventò una persona di spicco negli ambienti massonici dell’epoca. Fu un personaggio molto enigmatico e, forse proprio per questo, così affascinante. In qualità di alchimista e guaritore raggiunse le corti più importanti d’Europa, da Londra a San Pietroburgo, arrivando a conoscere personalità come Schiller e Goethe.
  • La storia del prigioniero politico Felice Orsini, arrestato dapprima a Pesaro e poi trasferito nella fortezza di San Leo.  
  • I BRIGANTI. Fin dal XVI secolo è attestata la presenza di briganti nel territorio romagnolo che alimentavano la piccola criminalità. I briganti attaccavano soprattutto le zone della Romagna più povere e lasciate all’incuria, come le paludi.
  • I CONDOTTIERI. È nel 1200 che ha inizio qui la signoria dei conti di Montefeltro che, divenuti poi duchi di Urbino, saranno una parte fondamentale nello sviluppo della civiltà rinascimentale. La storia di Federico di Montefeltro che con il suo carattere disciplinato, responsabile e audace, a soli 16 anni, diventa Comandante della Lega italica prendendo presto possesso dell’abitazione del Montefeltro. Federico attua una “buona politica” e promuove la cultura e l’arte accanto a personalità eccezionali come Battista Sforza e Ottaviano Ubaldini della Carda. 
  • Avvenimenti e misteri che collegano la chiesa con i Montefeltro: intrighi e tradimenti personali e familiari si mescolavano alla religione e alla politica.
  • Le aspre contese tra Sigismondo Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, e Federico da Montefeltro, duca di Urbino.
  • I SANTI. La storia di Francesco D’Assisi collegata da un filo sottile a San Leo. La storia narra infatti che quando Francesco D’Assisi giunse a San Leo il Conte Orlando volle dargli in dono il solitario Monte della Verna. 
  • La storia di Francesco Maria I Della Rovere che successe alla guida di San Leo dopo la morte di Guidobaldo di Montefeltro.
  • IL BORGO. Le storie di vita della popolazione di San Leo, con le sue locande e ristoranti, i suoi eventi, la sua quotidianità, il buon cibo, ma anche il turismo. I giovani che fuggono per lavoro per poi tornare dopo il percorso di studi nella città natia.

Oltre gli spunti citati sopra, si possono inventare soggetti senza limiti di genere e di fantasia purché siano perfettamente inseriti nel contesto paesaggistico del Montefeltro e rappresentino nelle varie forme i tratti della cultura Romagnola.

SCHEDA TERRITORIO – SAN LEO

L’antichissimo borgo di San Leo, annoverato tra i più belli d’Italia, poggia su di un enorme masso roccioso tutt’intorno invalicabile, alle spalle della Repubblica di San Marino e della Riviera di Rimini, nella Val Marecchia.

Meravigliosa capitale d’arte, citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia e frequentato da San Francesco d’Assisi, è il fulcro della regione storica del Montefeltro ed è la città che gli ha dato il nome. Nota per le sue vicende storiche e geopolitiche, location per film e documentari, meta turistica d’eccellenza, è la perla preziosa custodita dalla provincia di Rimini.

Da tempo immemore il borgo è sovrastato dall’arcigna fortezza che aggrappata con le unghie e con i denti ad un inaccessibile sperone calcareo rendono unica al mondo la Città di San Leo. Celebre per le vicende storiche e militari e, ancor prima, per gli insediamenti religiosi, cattolici e pagani, passò di mano in mano, conquistato e poi perduto dalle famiglie più potenti della storia italiana: i Montefeltro, i Malatesta, i Medici, i Della Rovere, i Borgia. L’attrattiva della Rocca, oltre alla sua imponente mole difensiva, è dovuta molto all’intrigante storia della prigionia di Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro, uno dei più enigmatici ed affascinanti avventurieri dell’età dei Lumi. Il territorio circostante si caratterizza per le sue terre accuratamente coltivate che si estendono fino alle pendici del monte Carpegna, , dove il paesaggio si fa montagna, ed emergono i due caratteristici rilievi di Sasso di Simone e Simoncello. Il fulcro del Parco Naturale Regionale del Sasso Simone e Simoncello, situato nel Montefeltro, è costituito da una vasta coltre di terreni caotici eterogenei denominati “Colata della Val Marecchia”.